di Silvia Semonella

La proposta avanzata dalla Lega di alzare il limite di velocità dai 130 ai 150 Km/h in alcuni tratti di autostrada è recente, ma ha già sollevato una serie di polemiche e domande le cui risposte non sono così semplici da trovare come si potrebbe pensare.

Diventerebbe davvero più pericoloso guidare? I tempi di viaggio diminuirebbero realmente?

Finora, il dibattito pubblico non è arrivato ancora a una conclusione ben precisa e, da parte di uomini di governo e parlamentari, si sono succedute solo argomentazioni prettamente politiche che, alla fine dei conti, avevano poco di chiaro.

I pro e i contro sono molti, proviamo ad analizzarli.

Un po’ di dati

Il primo dato a favore sembra arrivare dai numeri: dal 29 maggio dello scorso anno si è saputo che la Polizia Stradale ha dovuto spegnere il Tutor (controllo automatico della velocità media, presente su circa metà della rete, più o meno 2.900 chilometri su un totale di 5.761), che il 10 aprile precedente la Corte d’Appello di Roma aveva dichiarato contraffatto da Autostrade per l’Italia. Tutto ciò si è rivelato un vantaggio per chi volesse percorrere la strada in maggiore libertà, superando, quindi, i 130 km/h: sembra, infatti, che, quando la corsia di sorpasso era sufficientemente libera, molti l’hanno percorsa tenendosi proprio sui 150 km/h.

I relativi dati sugli incidenti, però, sembrano essere abbastanza confortanti: 202, infatti, quelli mortali avvenuti negli ultimi mesi, contro i 189 dell’anno precedente. Solamente 12 in più, quindi, di cui 11 avvenuti durante il crollo del Ponte Morandi. I sinistri con feriti sono stati, invece, 6.884 contro 6.903. Il totale degli incidenti è sorprendentemente diminuito: 24.454 contro 24.645.

Giungere a conclusioni definitive, comunque, non sempre è possibile, poiché sappiamo che i dati raccolti nel tempo dalla Polizia Stradale sono sempre soggetti a elaborazione e, di conseguenza, a un margine di correzione.

Potrebbe anche essere utile valutare e studiare l’andamento tratta per tratta, in modo da capire se le differenze rispetto al periodo precedente siano effettivamente dovute ai percorsi con Tutor.

Inoltre, si deve considerare che la consapevolezza della possibilità di essere multati potrebbe influenzare le condizioni di guida e il modo stesso di guidare dell’autista.

Comunque, la formulazione finale della norma non è ancora chiara e conosciuta: i limiti potrebbero essere diversi. Per esempio,  l’A1 e l’A14 in Lombardia ed Emilia-Romagna potrebbero essere perfette per sperimentare i 150 km/h, ma sembra che le recinzioni siano insufficienti ad evitare le invasioni di animali; inoltre, anche gli errori di costruzione potrebbero causare problemi ed incidenti. Da aggiungere a ciò, è sicuramente anche il numero delle corsie: più sono numerose, più agevolerebbero i sorpassi e, quindi, le situazioni a rischio.

Un punto a favore della proposta potrebbe essere l’eventuale diminuzione dei tempi di viaggio. In realtà, anche questo è uno scenario da considerare con le dovute precauzioni dato che, nelle ore diurne, spesso il limite è imposto dal traffico.

Inoltre, se si volesse viaggiare a determinate velocità, si dovrebbe avere una maggiore sicurezza in termini di frenata, stabilità e tenuta di strada. Spesso, però, la silenziosità e le prestazioni fanno ritrovare il conducente a velocità più alte di quelle percepite, aumentando la possibilità di dover fronteggiare situazioni rischiose.

Infine, particolare attenzione merita anche la questione ambientale, che sembra non rientrare nel dibattito sui pro e i contro. Le emissioni di CO2 aumentano in modo proporzionale al consumo di combustibile. Certo, la CO2 non inquina ma è ampiamente responsabile dei preoccupanti cambiamenti climatici che stiamo sperimentando sulla nostra pelle.