Bus “verdi”, ecologici: in una parola, elettrici.

È questo il futuro del mondo dei trasporti stando a quello che succede all’interno del mercato degli ultimi anni: una direzione che si rende necessaria non solo per avere un impatto più ecosostenibile, nel rispetto del pianeta e della nostra stessa salute, ma anche per tener fede ai patti europei che esigono, entro il 2050, una condotta decisamente esemplare di tutti i suoi stati membri in questo e negli altri settori coinvolti nella questione emissioni.

Testimonianze ultime sono la gara di autobus elettrici che si è tenuta per Atm Milano, le 50 unità ordinate dalla Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana) e le 30 che saranno appannaggio di Venezia, ma sono tantissime altre le iniziative che si stanno alternando in città e regioni che fanno capo ad una richiesta full electric che, però, è ancora ben lontana da diventare massiva, perlomeno al momento.

Naturalmente, tutto questo porta ad uno scontro vero e proprio (le gare, appunto) tra le case produttrici, che stanno cercando di accaparrarsi più clienti possibili, ritagliandosi una fetta di mercato ed inserendosi, quindi, all’interno del meccanismo puntando a diventare punto di riferimento per intere città e per la nazione stessa.

Ibrido leggero

Quello che molti non sanno, però, è che in tanti si stanno orientando, più che sul full electric, sul mild hybrid: in sostanza, un ibrido leggero che si trova a metà strada tra un ibrido classico, un motore a combustione ed uno elettrico. Si tratta di una variante che consente grandi risparmi di carburante ma che è molto lontana dall’essere ecologica al 100% perché, in questo caso, il motore elettrico è davvero piccolo e non riesce a muovere da solo l’autoveicolo, motivo per il quale il motore a combustione resta quasi sempre acceso (tranne, ad esempio, in fase di decelerazione). Perché, quindi, fare questo tipo di scelta?

Innanzitutto per una questione economica: l’elettrico puro ha un costo altissimo ed è molto lontano, come concept, dal parco autoveicoli odierno; il gap tra le due tipologie di mezzi, quindi, sarebbe altissimo, sotto tutti i punti di vista. Inoltre, la presenza della componente elettrica consente di accedere comunque a finanziamenti (ecoincentivi) importanti, pur spendendo, in totale, una cifra decisamente inferiore a quella che si paventerebbe per un acquisto totalmente sostenibile.

Ne è nata, quindi, una vera e propria questione perché chi assicura di stare investendo nel settore spesso non specifica che la tipologia di acquisti messa in cantiere prevede veicoli ibridi leggeri e non full electric.